domenica 14 ottobre 2018
Azione e non.
Ultimamente molte domande scivolano nella mia testa, son come uomini d'inverno sul ghiaccio, da ripide strade o da scalini...
...dentro questa minestra di pensieri, a volte, col mestolo ne pesco qualcuno per assaggiarlo, assaporarlo, annusarlo e vedere dove vuole portarmi...
Poco tempo fa credevo che la non-azione agiva in senso positivo sulla nostra vita, un gesto di abbandono ad una cosa piú grande di noi, lasciando che tutto avvenga...poi peró mentre mangiavo la minestra, mi accorsi di un sapore piú tenue piú peccaminoso.... che diceva: ... se vedo un cane bastonato sulla strada o una macchina in avaria con una signora sola ecc.. mi fermo per aiutare. Noi non possiamo non agire, basta osservare il respiro, il battito delle ciglia, mangiare, bere...
Quindi iniziai ad osservare in maniera diversa Satya il secondo Yama nelle radici dell'Ashtanga Yoga, poi osservando la Bhagavat Gita forse ho capito perché Arjuna che voleva fare tutto il pacifista e scappare dalla battaglia per rifugiarsi ha fare il santone, forse per appagare l'ego con la paura dell'accettazione delle altre persone, viene preso a pedate nel sedere da Krishna per affiancare l'azione, poi uno disse: “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.” ....
....... forse molte volte non ho agito semplicemente perché avevo paura, non perché sapevo che era la cosa migliore, quindi al cospetto della veritá a volte occorre lottare, é inutile vivere per valori di amore purezza ecc, e al cospetto di circostanze che ne provano il contrario stare li impalati a non far nulla..
La vera rinuncia non é la repulsione dell'azione o il desiderio di questa, é bensí trascenderle entrambe, l'iberandosi dal vincolo con esse.... Om Tat Sat
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento